NOTO: splendida capitale del BAROCCO
“Tutti dovettero avere una gran superbia, un grande orgoglio, un alto senso di sé, di sé come individui e di sé come comunità, se subito dopo il terremoto vollero e seppero ricostruire miracolosamente quelle città, con quelle topografie, con quelle architetture barocche: scenografiche, ardite, abbaglianti concretizzazioni di sogni, realizzazioni di fantastiche utopie”
Vincenzo Consolo
Arte, storia, architettura, cultura e incredibile bellezza, questa è Noto, con i suoi palazzi imponenti e le sue piazze meravigliose e i suoi scorci più nascosti. Un luogo unico da visitare, un sogno romantico di cui innamorarsi!💛
Incastonato nell’estrema punta sud orientale della Sicilia, in provincia di Siracusa, il comune di Noto è un vero e proprio gioiello di arte barocca con quel caratteristico color miele che, illuminato dal sole, sembra creare un’aurea d’orata intorno a sé *_*
L’aria surreale che si respira passeggiando tra le stradine e le piazze di Noto regala la sensazione di trovarsi in un luogo senza tempo e indimenticabile. Una città che si fa amare, uno scrigno di tesori di inestimabile valore, una principessa che ama sfoggiare il suo abito più elegante e sfarzoso.
Un po’ di storia
“La Capitale del Barocco” con il suo centro storico è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2002.
Le sue origini risalgono all’età del bronzo antico quando, sul Monte Alveria, venne fondato il primo nucleo della Noto antica (Neas). Nel corso dei secoli, Noto seguì le vicende storiche dell’isola divenendo prima una colonia siracusana e poi una città alleata dei Romani. Durante le occupazioni dei Normanni e degli Aragonesi la città conobbe un grande sviluppo finché, nel 1693, fu distrutta dal terremoto della Val di Noto. La città venne ricostruita a 8 chilometri dal nucleo originario, nell’esatto luogo in cui si trova oggi.
Per la sua rinascita furono chiamati i migliori professionisti d’Europa: ingegneri e architetti donarono splendore e bellezza alla città tanto che hanno reso il suo centro storico patrimonio Unesco dal 2002, insieme alle altre città tardo barocche del Val di Noto.
Fu a partire dal secondo dopoguerra che l’interesse verso Noto ed il barocco “netino” crebbe all’interno della comunità degli studiosi. La città divenne così un centro turistico attivissimo, anche grazie alla maestosa Cattedrale riaperta definitivamente nel 2007.
Curiosità
Chiamata anticamente Neas dai siculi, Neaton dai greci e Netum dai romani, furono gli arabi a darle il nome definitivo di Noto. Il termine che in arabo ha lo stesso significato che in italiano, voleva essere un omaggio alla bellezza e all’importanza della città.
Perché è chiamata giardino di pietra?
Tutta la città è stata costruita seguendo le regole dettate dall’urbanistica barocca, dalle strade agli stupendi palazzi nobiliari costruiti con pietra calcarea già presente sul territorio. Quello che più incanta è la scenografia che è stata creata. Si, perché la città di Noto è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693, seguendo quello che può essere definito come un progetto dai mille volti, ma tutti con la stessa espressione.
Ogni singola costruzione è stata portata a termine con maniacale attenzione ai dettagli simbolo del barocco, in un susseguirsi di facciate decorate, affascinanti balconi e tanti altri particolari che di certo non sfuggiranno agli occhi dei più attenti viaggiatori *_*
Passeggiando per il corso non si può fare a meno di camminare con il naso all’insù. Palazzi, chiese, tutte con un impatto davvero scenografico. Sculture che riempiono le facciate, linee curve e sinuose, tantissimi motivi decorativi, un vero e proprio museo del barocco a cielo aperto ♥️
Visitare Noto e il suo centro storico
Tutto il cuore della cittadina, in ogni caso, è una gigantesca opera d’arte *_*
La città del barocco siciliano, non è molto grande da visitare, la si può visitare anche in un giorno, certo se avete più tempo potrete scoprire questa meraviglia con più calma e in modo più approfondito 😉
La Porta Reale o Porta Ferdinandea
Entrare nel centro storico di Noto dalla Porta Reale, eretta nel 1838 in onore di Ferdinando II di Borbone, è il modo migliore per farsi dare il benvenuto con i fiocchi in questa cittadina.
I tre simboli raffigurati sulla Porta Ferdinandea hanno un significato curioso e interessante, soffermatevi un attimo a guardarli: la torre simboleggia la forza di Noto; il pellicano rappresenta l’abnegazione religiosa, il levriero infine indica la fedeltà di Noto al Regno.
Corso Vittorio Emanuele
Varcata la Porta finemente decorata, si inizia a passeggiare per Corso Vittorio Emanuele in un susseguirsi di chiese e conventi, palazzi, scorci, uno più scenografico dell’altro *_*
La prima impressione che abbiamo avuto al nostro arrivo è stata di non sapere dove guardare: ogni facciata e ogni edificio sono cesellati da un’infinità particolari. Lo sguardo vagava qua e là senza riuscire a scegliere un punto su cui sostare, non volevamo assolutamente rischiare di perdere qualcuno di quei magnifici dettagli!♥️
Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata
Arrivando in Piazza dell’Immacolata, poco oltre Porta Reale, c’è la Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata che, insieme al convento dei Frati Minori (oggi sede universitaria), venne costruita dagli architetti Gagliardi e Sinatra tra il 1704 ed il 1745. Sicuramente uno degli angoli più belli della città!
Balza subito all’occhio l’imponente scalinata di accesso che porta all’armoniosa facciata, dove spicca il portale e le preziose colonne lavorate i cui dettagli sono davvero splendidi!
All’interno della chiesa sono custodite opere provenienti dalla chiesa francescana di Noto antica, tra cui una Vergine col Bambino in legno dipinto (1564) e la lastra tombale di un padre francescano (1575).
Dove: Corso Vittorio Emanuele 142
Ingresso: gratuito
Chiesa di Santa Chiara
Un’altra tappa, assolutamente imperdibile è la Chiesa di Santa Chiara, secondo me, una tra le più belle a Noto *_*
Ufficialmente denominata chiesa di Santa Maria Assunta, la chiesa di Santa Chiara è adiacente all’ex monastero benedettino del Santissimo Crocefisso ed è uno dei più importanti esempi di architettura barocca.
Progettata dall’architetto siracusano Rosario Gagliardi nel 1730, fu completata nel 1758 ed annessa al all’ex convento delle Suore Benedettine, oggi Museo Civico di Noto.
L’antica facciata della chiesa di Santa Chiara era situata in Corso Vittorio Emanuele, ma nell’Ottocento il livello del manto stradale fu abbassato così si rese necessario aprirne uno laterale in via Capponi, accessibile tramite una piccola scalinata.
Varcato il portone vi ritroverete in una chiesa dalla pianta ellittica ricca di stucchi, putti affreschi e di eleganti decorazioni *_*
Con un piccolo contribuito (2 euro), potete visitare l’ex convento delle Clarisse, raggiungere alcuni spazi, scalinate e ambienti, in cui ripercorrere alcuni momenti della vita delle monache benedettine, ed infine arrivare alla sua terrazza panoramica da cui è possibile ammirare una vista indimenticabile sul centro storico di Noto.
Dove: Corso Vittorio Emanuele
Ingresso: gratuito (consigliato lasciare un’offerta)
Basilica del Santissimo Salvatore
Il complesso del Santissimo Salvatore fonde armoniosamente tre costruzioni di differenti stili architettonici: il Monastero con decorazioni barocche, la Basilica in stile neoclassico e il Seminario realizzato alla metà del XIX secolo. La Basilica fu voluta fortemente dalla Madre badessa Suor Maria Isabella Rau della Ferla, proveniente da una famiglia di marchesi tra le più influenti di Noto.
Caratteristica principale di questo complesso sono le tredici finestre sormontate da merlature di pietra e grate in ferro ricurve verso l’esterno, le gelosie, decorate da motivi floreali.
All’interno della Basilica, sulla volta, campeggiano gli affreschi del pittore netino Mazza, alcune tele attribuite al Velasco. Tra le tante meraviglie all’interno della Basilica è possibile ammirare un artistico organo a canne, opera dell’organaro Donato del Piano (che è un vero incanto!*_*), un’urna d’argento che custodisce le reliquie di S. Restituto Martire, traslata da Roma nel 1662 e, su un altare di destra, una preziosa scultura lignea della Madonna col Bambino.
Con una libera offerta, è possibile salire sulla torre campanaria, il punto panoramico più alto, con una vista stupenda sulla città ascoltando le esaurienti spiegazioni fornite dai ragazzi della Cooperativa etica Oqdany, che curano la visita di questi luoghi. Ho anche scoperto che Zeffirelli girò qui alcune scene del film “Storia di una capinera”, tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga.
Curiosità
L’appellativo di Basilica è riservato a quelle chiese che, o per consuetudine immemorabile, o per conferimento diretto da parte della Santa Sede attraverso la consacrazione officiata direttamente dal Papa, sono state insignite di questo titolo canonico. Si distinguono in “papali”, un tempo dette “patriarcali”, “maggiori”, che si riconoscono per la presenza, nel presbiterio, del trono e dell’altare papale e “minori”, che sono la stragrande maggioranza e di cui il SS. Salvatore fa parte. Le Basiliche minori, attualmente, sono circa 1650 nel mondo, di cui ben 550 in Italia, seguita dalla Francia con appena 170. La più antica è quella di San Giovanni in Laterano a Roma, seguita da San Pietro in Vaticano!
Dove: Via Vincenzo Gioberti che dà su Corso Vittorio Emanuele
Ingresso: gratuito
Cattedrale di Noto
Imponente e maestosa la Cattedrale di San Nicolò, nota ai più semplicemente come “Cattedrale di Noto”, è l’edificio religioso più importante della città. È ubicata sulla sommità di un’ampia e scenografica scalinata settecentesca, sul lato nord della piazza Municipio, ed è dedicata a san Nicolò, vescovo di Mira.
La costruzione della maestosa Cattedrale Barocca, iniziata nei primi del settecento, è stata terminata nel 1776 e nasconde una vita alquanto travagliata: costruita nel 1700 dall’architetto Rosario Gagliardi, è stata segnata da diversi sismi e crolli tra cui: il terremoto del 1963 dopo il quale si iniziò la sua costruzione, il crollo della cupola nel 1848 e il più recente, nel marzo del 1996, quando, a causa di un difetto strutturale mai notato in precedenza (per edificare i pilastri all’epoca si scelsero ciottoli di fiume anziché conci squadrati), oltre alla cupola crollò anche buona parte dell’edificio.
Un evento catastrofico che ha distrutto anche buona parte degli interni, delle opere custodite e degli affreschi 🙁
Dopo un’imponente opera di ricostruzione e restauro durata ben 11 anni, avvenuto nel rispetto delle tecniche edilizie settecentesche, la cattedrale torna a nuova vita e viene riaperta al pubblico nel 2007.
Il suo interno è sorprendentemente semplice, bianco e luminoso, rimandando ovvero allo stadio precedente agli anni Cinquanta, quando ancora non erano stati realizzati gli affreschi. Ma i tesori non mancano: si possono ammirare troni vescovili in legno dorato e finemente intagliato, il coro di legno, l’altare maggiore e la fonte battesimale di marmo policromo. In una delle cappelle più recenti è custodita l’arca in legno e argento del ‘500 che contiene le spoglie del patrono della città, San Corrado Confalonieri da Piacenza.
La facciata esterna mostra invece lo splendore di sempre, con la sua arenaria color miele, le grandi scalinate disseminate dalle sculture moderne dell’artista polacco Igor Mitoraj, i suoi due imponenti campanili. Quella vista in mille mila foto, quella che quando ci si ritrova davanti non si può fare a meno di emozionarsi!
Ai lati della cattedrale si trovano il settecentesco Palazzo Vescovile, residenza del Vescovo e sede della Curia della Diocesi di Noto, e Palazzo Landolina realizzato nel 1730 che era la residenza del marchese di Sant’Alfano, Francesco Landolina, che qui visse con l’intera famiglia.
Dove: Piazza del Municipio
Ingresso: gratuito, consigliato lasciare un’offerta
Palazzo Ducezio
Gioiello dell’architettura civile di Noto è Palazzo Ducezio, dal sinuoso profilo e dal caratteristico loggiato, che fa bella mostra di sé proprio di fronte alla Basilica di San Nicolò. Il palazzo è stato realizzato tra ‘700 e ‘800 ed è stato dedicato al famoso condottiero Ducezio, fondatore della città.
Questo bellissimo e solenne edificio storico è la sede del municipio della città, che al suo interno custodisce un piccolo grande tesoro che è possibile visitare: la Sala degli Specchi, un salone a pianta ovale arricchito di stucchi ed ori e di sfarzose specchiere alla fine del XIX secolo. Un effetto ottico particolare dovuto al sapiente impiego di grandi specchi fa sì che il salone sembri una mini Versailles con infinite gallerie. Un’altra particolarità della sala è l’ottima acustica…e infatti originariamente era un piccolo teatro!
La Sala degli Specchi è il salone di rappresentanza della città e continua oggi ad ospitare delegazioni illustri e manifestazioni di pregio e per ricevere molti Capi di Stato. Non tutti lo sanno, ma la città di Noto è gemellata con la città ungherese di Kiskőrös dove nacque Sándor Petöfi, uno dei principali poeti di Ungheria. A curare le prime traduzioni in italiano delle sue opere fu l’ingegnere di origine siracusane Giuseppe Cassone che, dal 1837, si stabilì a Noto.
E infatti posto all’entrata del municipio c’è un busto in marmo che il Governo Ungherese donò alla città in occasione della visita della sua delegazione il 14 luglio del 2001.
Inoltre, è’ possibile accedere al piano superiore e alla terrazza panoramica che regala una vista spettacolare a 360 gradi, sulla Cattedrale di Noto, sulla città in generale sino alle colline che la circondano *_*
Dove: Piazza Municipio, 1
Ingresso: Sala degli Specchi + terrazza 4€
Chiesa di San Carlo al Corso
La chiesa di San Carlo al Corso, dedicata a San Carlo Borromeo, con la sua facciata artistica concava, costituisce uno dei maggiori simboli della rinascita della città di Noto ed è un piccolo gioiello barocco in dorata calcarenite locale che riserva numerose sorprese *_*
Fu costruita a partire dal 1730 probabilmente su progetto di Rosario Gagliardi, uno dei più importanti esponenti del tardo barocco del sud-est della Sicilia, e andò a sostituire la chiesa dei Gesuiti di Noto Antica. La campana e l’altare maggiore provengono dalla chiesa dei Gesuiti della Noto Antica, distrutta nel terribile terremoto del Val di Noto del 1693.
Con un piccolo sovrapprezzo è possibile visitare la torre campanaria della chiesa, da cui potrete ammirare una splendida vista sulla cattedrale e sul centro storico di Noto.
Curiosità
La terrazza della torre campanaria della Chiesa di San Carlo è stata scelta dal regista Michelangelo Antonioni come set del suo film del 1960, “L’avventura”: da qui si affaccia l’architetto Gabriele Ferzetti che alla vista di quel superbo spazio urbano esclama: “Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici…che libertà straordinaria”.
Dove: Corso Vittorio Emanuele 121
Ingresso: gratuito; il biglietto per salire sul campanile costa 3€
Teatro Tina di Lorenzo
Proseguendo si arriva in Piazza XXIV Maggio Il Teatro Tina di Lorenzo è il principale teatro di Noto. Progettato da Francesco Cassone e Francesco Sortino, il Teatro Comunale, inizialmente dedicato a re Vittorio Emanuele III, aprì i battenti con una cerimonia solenne il 4 dicembre 1870.
Sulla bella facciata neoclassica si possono ammirare bassorilievi con motivi musicali e maschere e, sulla sua sommità, sculture di allegorie della Musica. Qui si sono esibite donne del calibro di Eleonora Duse e Tina di Lorenzo, alla quale è stato dedicato il teatro.
Dove: Piazza XVI Maggio 1
Chiesa di San Domenico
La chiesa di San Domenico, adiacente all’ex convento dei Padri Domenicani, rappresenta una delle più significative testimonianze del barocco netino. Venne edificata come chiesa conventuale dei padri domenicani, presenti già in Noto antica, fra il 1703 ed 1727 ad opera dell’architetto Rosario Gagliardi.
Si affaccia su Piazza XVI Maggio e sui giardini della “Villetta Ercole”, e si caratterizza per la sua facciata convessa in cui si alternano colonne e nicchie che risplende del familiare calcare giallo caldo utilizzato negli edifici di tutto la Val di Noto durante l’era barocca siciliana.
L’interno, che ci sarebbe tanto piaciuto vedere visto che ahimè la chiesa in questione era chiusa 🙁, pare sia ancora in buone condizioni di conservazione e vi si possono ammirare ben cinque cupole decorate da ricchi stucchi, altari in marmo policromo e dipinti di epoca settecentesca.
Dove: Piazza XVI Maggio
Ingresso: gratuito
Palazzo Nicolaci Villadorata
Il Palazzo Nicolaci di Villadorata, o Palazzo dei Principi, è una delle massime espressioni del Barocco siciliano e una delle dimore barocche più belle di Noto, complici la sua storia e la maestosità che emana l’intero edificio, che si presenta come uno dei più incantevoli dell’intera Val di Noto.
Il palazzo fu realizzato nel corso del ‘700 come residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci la quale, durante l’Ottocento, cedette una parte del fastoso edificio al comune di Noto che lo adibì a Biblioteca Comunale fin dal 1817.
Palazzo Nicolaci è una meraviglia architettonica: gli interni, recuperati, finemente ristrutturato e aperti al pubblico, anche per eventi culturali, sono un susseguirsi di arredi originali, sfarzosi candelabri e soffitti affrescati, 90 sale tutte finemente decorate delle quali, attualmente, è possibile visitare i nove saloni del piano nobile.
All’esterno il palazzo colpisce per quelle meravigliose “chimere”: grifoni, cavalli alati, sfingi, ippogrifi, leoni, putti e sirene che sostengono quelle balconate mozzafiato, con le sue sinuose inferriate ricurve, gli infiniti dettagli e la pietra color miele che pare prendere vita *_*
Quindi naso all’insù e riempitevi gli occhi di bellezza!
La famiglia Nicolaci
Una famiglia di ordine borghese che proprio nel periodo successivo al terremoto del 1693,che distrusse l’antica città di Noto, si ritrova nel pieno dell’ascesa sociale con una posizione ragguardevole all’interno della borghesia netina. Si occupa principalmente della gestione delle tonnare di “ritorno” della costa siracusana del fiume Cassibile a Capo Passero e la loro ricchezza viene incrementata con l’acquisto di diverse proprietà terriere. Nell 1701 la famiglia Nicolaci acquisisce il primo titolo di “Baroni di Gisira e Bonfalà” e con Corradino iniziano i lavori di costruzione del primo palazzo. Lo stemma della famiglia è rappresentato dal levriero rampante che si appoggia alla colonna.
La leggenda di Giacomo il Gobbo
Tra le varie figure stravaganti sembra si possa vedere il volto scolpito del barone Giacomo Nicolaci. Il personaggio, calvo e dalla fronte corrugata, regge nella mano sinistra un flauto. La tradizione o la leggenda vuole che raffiguri “Don Giacomo” detto il “gobbo” per il suo aspetto o l’alchimista per la sua passione. Sarà proprio lui a far realizzare il palazzo così come lo ammiriamo oggi nei primi decenni del XVIII secolo.
Dove: Via Corrado Nicolaci, 20
Ingresso: intero 4€ ridotto 2€, gratuito per i bambini fino a 11 anni
Chiesa di Montevergine
In cima alla salita di Via Nicolaci si trova quel gioiellino che è la Chiesa di Montevergini *_*
Pensate che, dopo il terremoto del 1693, quando la nuova Noto ancora non esisteva, il primo edificio che venne eretto fu proprio la chiesa del Monte Vergine!
Dedicata a San Girolamo, dottore della Chiesa, progettata dall’architetto Vincenzo Sinatra, fu iniziata appena due anni dopo il sisma e ultimata nel 1697.
Ha una bella facciata concava, incorniciata da due torri campanarie e al suo bellissimo interno, spiccano un altare in marmo policromo e la sua splendida pavimentazione settecentesca realizzata con ceramica del XVI secolo, originaria del vecchio sito di Noto antica :O
Già vale la visita solo per questa meraviglia! *_*
All’interno della Chiesa troverete l’esposizione museale permanente delle Confraternite di Noto. Attualmente sono sette: Spirito Santo, S. Giovanni Battista, S. Corrado, Cappuccinelli, S. Antonio Abate, SS. Sacramento, Beata Vergine Maria. E’ possibile visionare diverse divise, che si differenziano sostanzialmente per il colore e, alcune, pure per la foggia, le insegne e gli stendardi che sono una sorta di vessillo con il simbolo di appartenenza retto da lunghe pertiche arcuate.
Inoltre si possono ammirare anche alcune vetrine contenenti cimeli, documenti storici, bandiere, teschi lignei per le offerte, casse della cera, inginocchiatoi e lettighe del “morto povero”. Poi ancora le “troccole”, strumenti musicali popolari realizzati con legno e metallo, che erano usate soprattutto in occasione dei riti della Settimana Santa, durante la quale era inibito il suono delle campane.
Infine, con un piccolo contributo, è possibile salire sul campanile per godere di un’altra fantastica visuale panoramica di Noto J
Dove: Via Camillo Benso Conte di Cavour 46
Ingresso: gratuito; per salire alla torre campanaria 3€
Via Cavour e dintorni
Dal punto di vista artistico e storico, è la via più interessante, dopo Corso Vittorio Emanuele, del centro storico della città. E’ un lungo rettilineo parallelo al corso che scorre da Via Angelo Cavarra a Via XX Settembre per poco meno di un chilometro.
E’ una via caratterizzata da bellissime scalinate, antichi edifici barocchi, tra cui Palazzo Astuto e Palazzo Trigona, ma anche scorci nascosti di vita quotidiana *_*
Infiorata di Noto
L’Infiorata di Noto è la tradizione per eccellenza di Noto, uno degli eventi primaverili più belli, celebri e colorati dell’intera Sicilia. Non si tratta di una cerimonia religiosa, ma una specie di saluto alla primavera in cui vengono allestite vere e proprie tele di fiori coloratissimi.
La storia dell’infiorata a Noto nasce nel maggio 1980 quando l’ex Azienda Provinciale del Turismo invitò gli artisti della città laziale di Genzano a realizzare l’Infiorata in via Nicolaci con grande successo di pubblico. Dopo quell’anno, proprio grazie al grande successo ottenuto, la manifestazione è diventata una tradizione della città di Noto e viene realizzata il terzo fine settimana del mese di maggio di ogni anno.
Ora, immaginate Via Nicolaci completamente ricoperta da un manto di fiori ad opera di diversi maestri infioratori del posto e costeggiata da alcuni dei palazzi storici più belli di Noto, tra cui lo scenografico Palazzo Nicolaci.
Margherite, rose, garofani e fiori di campo vanno a creare ogni anno 16 bozzetti, quadri fioriti dai mille tonalità che ogni anno seguono un tema differente. Tradizione vuole che il bozzetto con lo stemma di Noto sia realizzato dall’Istituto d’arte della città. Come opera fuori concorso, apre il tappeto di fiori con il primo riquadro.
Io ci ho provato ad immaginare tutto questo, con il contrasto tra i coloratissimi tappeti di fiori e la pietra dorata degli edifici e deve essere davvero uno spettacolo unico!
L’edizione di quest’anno, la 42esima, era dedicata a Dante Alighieri (1265-1321) nel 700esimo anniversario dalla sua morte, una ricorrenza molto importante con eventi in tutta Italia. Il titolo, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, oltre a celebrare il Sommo Poeta ha voluto trasmette un messaggio di speranza e resilienza in questo difficile momento storico che ha colpito l’intero Pianeta.
Scalinate artistiche di Noto
Seppur per un periodo limitato, tre scalinate di via Cavour sono state trasformate in meravigliose opere di street art che, tra i vicoli, regalano un bellissimo effetto scenico!
Con l’allestimento dell’Infiorata, e come da tradizione, anche le tre principali scalinate su via Cavour vengono allestite e dipinte per l’occasione.
Quest’anno sono state dedicate a Dante Alighieri e decorate riprendendo le tre cantiche della Divina Commedia: 𝘐𝘯𝘧𝘦𝘳𝘯𝘰, 𝘗𝘶𝘳𝘨𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰, 𝘗𝘢𝘳𝘢𝘥𝘪𝘴𝘰 😍
L’artista siracusano 𝘾𝙖𝙧𝙡𝙤 𝘾𝙤𝙣𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 ha voluto rivisitare le immagini, giocando con i colori, con i simboli. Ha pensato alle scalinate come delle 𝐬𝐜𝐞𝐧𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐞 teatrali su cui rappresentare delle storie e dove anche lo spettatore (noi) è protagonista avendo la possibilità di camminarci sopra, fotografarsi su queste scale dipinte,, cambiare più volte prospettiva 🤩
Praticamente una manna per la sottoscritta!😆
In base alle mia classifica personale…
Il Purgatorio (la mia scala preferita fra le tre!) fluttua nel giallo che l’artista abbina a una fase di “transito” in cui una fila di personaggi replicati aspettano il loro turno per innalzarsi verso l’alto.
📌 Scalinata di via Mariannina Coffa
L’Inferno (la 2*mia preferita 😊) dai colori cupi e forti a fare da sfondo a teschi, rose rosso cupo diavoli cornuti, ali infiammate, a una figura femminile con indosso una mascherina chirurgica circondata da siringhe e serpenti, riferimento alla drammaticità della pandemia da Covid-19 che Coniglio ha voluto inserire fortemente in questa cantica dantesca.
📌 Scalinata di via Fratelli Bandiera
Il Paradiso dove spicca l’azzurro come quello dei cieli siciliani di maggio e il volto sereno di una figura femminile, una Beatrice/Madonna in estasi
📌 Scalinata di via Dante Alighieri
Io rimango sempre affascinata da come l’arte sia capace di trasformarsi, rigenerarsi, rimescolando la simbologia con il sentire contemporaneo 💛
E qui a Noto, la street art si fonde alla perfezione con la bellezza dei palazzi barocchi 😍
Sosta golosa a Noto
Dopo aver girato in lungo e in largo, tra le meraviglie di una città bellissima, dove magia, storia e tradizione si fondono perfettamente tra loro, è ora di mettere qualcosa nella pancia!
Mica potevo lasciarvi senza consigliarvi una sosta golosa con prodotti tipici e pure con vista! 😉
Avevamo adocchiato Picnic, piccolo locale un po’ defilato a gestione famigliare che propone pochi e semplici piatti che utilizzano i prodotti della terra e della cucina siciliana.
Noi siamo fermati per un pranzo veloce e per assaggiare il famoso pane cunzato di cui avevamo letto e di cui avevamo tanto sentito parlare 😀
Io ho preso il pane cunzato “Sicilia” (con olio evo, olive verdi e origano), Fabry il “Picnic” (con pomodoro secco, rucola e formaggio primosale), entrambi buonissimi e gustosi!
Poi abbiamo assaggiato le bruschette “Monti Iblei”, due con caponata siciliana, fesa di tacchino e pomodoro secco, e due con cipollata in agrodolce con capperi e uvetta. Anche queste buone e sfiziose. Il tutto accompagnato da birra locale.
Abbiamo mangiato ai tavolini all’aperto con vista su Palazzo Nicolaci: la pace dei sensi, non solo del gusto, è raggiunta 😉
Dove: Via Corrado Nicolaci 1
Shopping goloso
And last but not last…potete fare dell’ottimo shopping goloso e fare incetta di prodotti tipici siciliani e della Val di Noto!
Potete sbizzarrirvi tra i biscotti di pasta di mandorle (che io adoro!), cioccolato di Modica IGP (o cioccolato modicano, in siciliano ciucculatti murucanu o ciucculatti mudicanu), le mandorle, i pistacchi, marmellate di arance, limoni, mandarini, cedri, creme dolci e salate, e ancora i pomodorini secchi di Pachino (fantastici!), il Nero d’Avola, il Moscato di Noto, il Limoncello, il liquore al pistacchio, l’olio dei Monti Iblei e tanto altro ancora!
Ah e non preoccupatevi della valigia da imbarcare, nella maggior parte dei negozi potete farvi spedire quello che volete online 😉
La meraviglia nel cuore…
Ogni chiesa sembra sussurrare al visitatore la sua storia, ogni palazzo con fare di grande oratore spiega le caratteristiche dell’arte simbolo della città e ogni strada vi accompagna per mano verso nuove incredibili scoperte.
Questa è Noto, città di cui è impossibile non innamorarsi!♥️
Voi ci siete già stati? Se sì raccontatemi le vostre impressioni! Vi aspetto tra i commenti!
Info pratiche
Come arrivare
Noto si trova in provincia di Siracusa, a circa 40 chilometri a sud dal centro città. Il modo migliore per raggiungere il comune è con l’auto:
Dall’aeroporto di Catania (92 km): circa 1 ora e 30 minuti
Dall’aeroporto di Palermo (300 km): circa 3 ore e 30 minuti
Da Siracusa (40 km): circa 30 minuti
Dove parcheggiare
Generalmente è possibile trovare parcheggio anche gratuito lungo Via Napoli, la via d’ingresso alla città e che si snoda fino all’altezza della Villa Comunale, porta d’accesso al centro storico. Esistono delle aree parcheggio a pagamento pubbliche e private in Largo Pantheon e Via Cavour oltre che strisce blu lungo Via Cavour e nella prima parte del Corso Vittorio Emanuele (il centro storico è ZTL). I biglietti possono essere acquistate presso le macchinette automatiche. Noi abbiamo optato su consiglio di gente del posto per un parcheggio a pagamento a due passi da Porta Reale.
Come muoversi in città
Visitare Noto è abbastanza semplice: basta passeggiare lungo Corso Vittorio Emanuele, che attraversa la città, per toccare la maggior parte dei principali monumenti e palazzi da vedere e poi perdersi per le altre sue vie e riempirsi gli occhi di continue meraviglie 😍
Per gli spostamenti nei dintorni il consigliato è quello di utilizzare un’auto.
MARZAMEMI: la POESIA di un piccolo borgo di pescatori siciliano