Il lago delle FATE

Gnomi che escono dall’erba, acque color smeraldo e un’atmosfera fiabesca: ecco quello che vi aspetta se decidete di avventurarvi in questo luogo magico *_*

 

Le origini del lago

Un luogo incantato, che dal nome dice già tutto. Si chiama il Lago delle Fate ed è un incantevole specchio d’acqua alpino situato sotto il maestoso massiccio del Monte Rosa, in Piemonte, nella Val Quarazza a pochi minuti da Macugnaga, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

E’ un piccolo bacino artificiale, formato dalla diga sul torrente Quarazza creata nel 1948 per utilizzare l’acqua per la produzione di energia elettrica. Niente di meno romantico lo so. Il lago, tuttavia, esclusa la parte della diga, non troppo “invadente” allo sguardo, appare come un suggestivo laghetto di montagna dalle acque cristalline di un pazzesco color turchese-smeraldo *_*

Le cime dei monti che lo abbracciano, i boschi che lo circondano, il rumore delle cascate e dell’acqua del fiume che corre verso valle, quell’aria fresca e frizzantina che ti accarezza il viso e in qualche attimo il rumore del silenzio della natura…

Un luogo di spettacolare bellezza!

 

Le rive del lago sono stupende per una sosta o per le esplorazioni, con piccole spiaggette in cui scendere tra un guado e l’altro, ampi prati verdi, boschi ombrosi in cui si fa strada la luce del sole.

Del piccolo paesino di una volta, rimangono la minuscola chiesetta e una manciata di casette tipiche che ospitano due ristoranti e un baretto.

Le acque del lago non sono balneabili, ma le storie che si raccontano in proposito sono sufficienti per far sognare grandi e piccini.

 

La leggenda

Narra la leggenda che nella miniera abbandonata vicino al lago, la Miniera della Guia, ci lavorerebbero ancora gli gnomi che cercano l’oro per portarlo al lago dove viene consegnato nelle mani delle fate in cambio di marmellata di more e mirtilli di cui sono particolarmente ghiotti. Le fate ricamano i loro abiti con l’oro degli gnomi e, con gli avanzi, creano la polvere magica che serve per farle volare ✨

Fantasia? Realtà? Non importa, lasciate vagare la fantasia e lasciatevi catturare dai colori e i rumori della natura in tutto il suo splendore 🙂

 

La città morta di Crocette

Un altro posto molto suggestivo nei dintorni del lago è Crocette, la cosiddetta città morta, un antico villaggio di minatori ora completamente abbandonato, ma riportato al fascino originario da un saggio lavoro di preservazione da parte delle istituzioni locali, un po’ come le ghost city del selvaggio West negli Stati Uniti. La frontiera, insomma, ma senza sparatorie. E’ un posto che racconta di speranze (moltissimi i minatori immigrati in cerca di fortuna), di lavoro e vita durissimi.

Costeggiando la larga mulattiera che si trova alla destra del lago, vi incamminerete nella vallata, la strada vi condurrà ad un antico villaggio di minatori abbandonato nel 1953, anno in cui venne interrotta l’attività estrattiva e il trattamento dell’oro.

Nei ruderi abbonati del villaggio sono ancora ben distinguibili le vasche dove veniva trattato il minerale aurifero, la laveria e il complesso dove era posizionata la stazione di arrivo della teleferica. Nel 1983 venne aggiunto il cosiddetto “sarcofago”, una struttura di cemento armato in cui sono stoccate le materie tossiche prima depositate a cielo aperto. L’area è ora sottoposta a bonifica ambientale, motivo per cui è vietato raccogliere funghi e campeggiare.

 

La piccola cascata

Proprio dietro alla città fantasma c’è un ponticello che regala una bellissima vista su una piccola cascata e pozze d’acqua azzurrissime. Oltrepassato il ponte e seguendo un piccolo camminamento sulla destra si può scendere nella piccola insenatura a bordo fiume.

Poco più avanti si può scendere sui grandi massi sopra la cascata e fermarsi ad ascoltare il rumore dell’acqua e osservare la natura nel suo potente splendore.

 

Miniere d’oro della Guia

“Prima miniera museo italiana” e tra le poche miniere aurifere visitabili in Europa, le miniere della Guia furono aperte nel 1710 e offrirono lavoro alle popolazioni limitrofe fino agli anni ’50, quando vennero chiuse a causa dell’elevato costo della manodopera.

Le miniere d’oro della Guia sono aperte al pubblico e visitabili con l’accompagnamento di una guida. Un percorso che offre, a chiunque lo desideri, un’ora alla scoperta della vita degli antichi minatori anche grazie al museo allestito all’interno.

Noi ci siamo goduti la splendida giornata estiva, il sole e le passeggiate e non abbiamo fatto in tempo, ma la prossima volta non mancheremo! 😉

 

Per gli amanti del trekking sono molti i sentieri che si possono percorrere da quassù, tra i tanti quelli che portano alla cascata della Pissa, all’alpe Prelobia, all’alpe Caspisana,all’alpe Montevecchio, alla Piana, al bivacco Emiliano Lanti dove si sale al Colle del Turlo (2738 mt.), storico collegamento fra Macugnaga e Alagna. C’è veramente l’imbarazzo della scelta.

 

Uno specchio verde smeraldo che si staglia tra le montagne, con il Monte Rosa sullo sfondo… quello che si dice un paesaggio fatato…

E voi? Non volete andare in cerca di gnomi e fate???

Se amate la natura e le storie ricche di fascino e mistero, allora una capatina al lago delle Fate la dovete fare 😉

 

 

Info Pratiche

Dove: il Lago delle Fate è in Val Quarazza, in Piemonte, in provincia di Verbania, a un’altezza di 1.309 metri sul livello del mare.

Come arrivare: Macugnaga dista circa 140 km da Milano e 190 da Torino. Si raggiunge da entrambe le città attraverso la A26 direzione Gravellona Toce e quindi imboccando la superstrada Domodossola-Sempione. Bisogna uscire a Piedimulera, proseguire per la Valle Anzasca e quindi per Macugnaga.

La passeggiata: potete partire da Isella (come noi), dove c’è un ampio parcheggio per lasciare l’auto ad un costo di 2€ per tutta la giornata, seguendo per una quarantina di minuti una strada sterrata di facile percorrenza oppure seguire l’itinerario che parte da Borca di Macugnaga, che dicono essere un po’ più impegnativo e ripido. La passeggiata è adatta a tutti: adulti, bimbi, famiglie e giovani e meno giovani.

Consiglio: date un’occhiata al meteo, la webcam del ristorante Alpino che si trova sul posto vi aiuterà a capire se il clima della giornata è adatto ai vostri propositi 😉

Curiosità: i Walser sono la popolazione di origine tedesca che per prima ha colonizzato alcune zone alpine. Nella valle di Macugnaga sopravvivono ancora le vecchie tradizioni, i nomi con assonanze tedesche e anziani che parlano un dialetto più simile al tedesco che al piemontese.

Soste pic nic: i posti per fermarsi a riposare e fare picnic sono ovunque. Ricordate solo di essere rispettosi e di non lasciare rifiuti dopo il vostro passaggio!

 

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Un abbraccio e buona strada

Morena