TORNAVENTO: un minuscolo BORGO dove si intrecciano storia, natura, ingegno e splendidi PANORAMI

Tornavento (Turnavént in dialetto locale) è un piccolo mondo dove tutto sta nel giro di pochi metri: l’asilo, la piazza, la chiesa, il bar storico. Un borgo in miniatura. Da dove però lo sguardo si posa su un panorama immenso *_*

Sì perché dal belvedere ad anfiteatro si ha una vista unica sulla sottostante valle del fiume Ticino e una panoramica sulla catena delle Alpi che spazia dal massiccio del Monte Rosa alle cime del Monviso.

 

L’origine del nome Tornavento

Forse già abitato in epoca romana, Tornavento deve il proprio nome alla tradizione barcaiola.

A quanto pare, qui si ergeva una fortificazione molto antica da cui si ergeva una torre visibile chiaramente da chi solcava le acque rapide del Ticino che segnalava l’imbocco ormai prossimo del Naviglio Grande e fungeva quindi da fondamentale punto di riferimento per i naviganti, quasi fosse un faro: la “Turris Naventium”, la torre dei naviganti, che poi cambierà nei secoli trasformandosi in Tornavento.

 

Il borgo

La piazza principale di Tornavento è dedicata ai Parravicino, la famiglia della nobiltà che nell’Ottocento ebbe un grande ruolo nelle opere d’ingegneria idraulica del territorio circostante e che investì molti fondi per la crescita del villaggio da punto di vista agricolo, industriale e sociale.

Il suo cuore è la chiesina seicentesca di Sant’Eugenio Vescovo che si affaccia su piazza Parravicino. Piccolina e semplice, custodisce affreschi del lonatese Luigi Brusatori risalenti al 1920 e quelli quelli firmati Garavaglia del 1946. L’affresco della Deposizione, proveniente dalla Cascina Castellana, è datato 1545 e viene utilizzato da 25 anni come pala dell’altare maggiore.

 

 

Molto più di un borgo!

Non c’è solo la vista però.

Dalla piazzetta e dai dintorni si diramano percorsi pedonali che conducono nella valle del Ticino sottostante, dove il paesaggio naturale del “Fiume Azzurro”, così chiamato per le sue acque sempre pulite, e il paesaggio affascinante costruito dall’ingegno dell’uomo, si fondono: qui infatti coesistono un canale medievale (il Naviglio Grande), uno ottocentesco (il canale Villoresi) e uno novecentesco (il canale che alimenta le centrali elettriche).

Luoghi impregnati di storia, inseriti nello splendido contesto del Parco del Ticino, dove in fiume è legato indissolubilmente a Tornavento e al territorio circostante, e dove aleggia ancora un’inquietante leggenda…

 

Il Naviglio Grande: dove tutto ebbe inizio

Proprio così! Ci troviamo nel paese natale del Naviglio Grande!

Infatti, il Naviglio Grande nasce a Tornavento, poco a sud del ponte di Oleggio, e arriva alla Darsena di Milano dopo un percorso di circa 40 chilometri.

Primo tra i navigli costruiti in Europa venne inizialmente pensato e realizzato come opera per l’irrigazione e per dotare Milano di una via di scambi commerciali con il Lago Maggiore, con la Svizzera e l’Europa centrale.

Fu essenziale per trasportare tutto quanto poteva servire per migliorare la qualità di vita dei milanesi, ai quali portava carbone, vini, carni, pesce, legna e persino i marmi utilizzati per la costruzione del Duomo, mentre era possibile trasportare a nord ciò che li poteva arricchire: sale, lino, ferro, grano e riso da vendere Oltralpe.

Inoltre il trasporto fluviale era il metodo di più sicuro ed efficace per trasportare le merci: pensate che con le chiatte potevano trasportare circa 200 tonnellate ciascuna, quasi quanto circa 5 autotreni!

Nel Seicento il canale fu utilizzato anche come via di trasporto per viaggiare con un servizio regolare da Tornavento fino alla Darsena di Milano imbarcando passeggeri dai vari paesi lungo il suo corso, sul “El barchett de Boffalora“.

 

La Ferrovia delle Barche

Nell’Ottocento, lungo la scarpata che da piazza Parravicino porta al fiume Ticino, fu edificata l’ingegnosa Ferrovia delle Barche, detta anche Ipposidra, ideata da Carlo Cattaneo per sollevare le stesse dal Naviglio al canale e da lì trasportarle su zattere e barconi trainati da cavalli per 17 chilometri fino a Sesto Calende, con un notevole risparmio di tempi e di fatiche rispetto ai modi prima in uso per risalire il fiume. La ferrovia del fiume cessò la sua attività nel 1865 a seguito della costruzione della ferrovia Milano-Arona.

 

Il Canale Villoresi

Il canale Villoresi venne costruito tra 1887 e il 1890, su progetto dell’ingegnere Eugenio Villoresi, per l’irrigazione dei campi e in parte per la navigazione di barconi che trasportavano sabbia.

Il Villoresi é il più lungo canale artificiale d’Italia, è alimentato dal Ticino e si snoda per ben 86 chilometri sfociando nel fiume Adda nel comune di Cassano d’Adda.

Nel suo primo tratto, dalla Diga del Panperduto a Monza, il canale è affiancato da un percorso ciclo-pedonale lungo il quale i boschi si alternano a brughiere, le zone coltivate ai prati. E il fiume non è mai troppo lontano.

 

Il Parco del Ticino

Il Parco del Ticino si estende, lungo il “Fiume Azzurro”, tra Piemonte e Lombardia e la sua valle costituisce un insostituibile “corridoio ecologico”, un ponte tra Alpi e Appennini.

E’ il primo parco regionale d’Italia, nato nel 1974 per difendere il fiume e salvaguardare l’immenso patrimonio ambientale e faunistico della Valle del Ticino: paesaggi di rara bellezza fatto di boschi di quercia, nocciolo e biancospino, di brughiere, di zone umide che fanno da corona al fiume e lo accompagnano nel suo percorso verso il fiume Po.

Ben 780 Km di percorsi, di cui 122 km lungo le alzaie dei navigli, itinerari di interesse ambientale, storico e culturale, dove prospera una variegata biodiversità.

Una miriade di possibilità per immergersi nella natura e stare all’aria aperta, scoprire la ricchezza degli ambienti naturali a poca distanza da Milano.

Dal novembre 2002 inoltre, la valle del Ticino ha ottenuto il riconoscimento dall’UNESCO nella Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera, nell’ambito del programma MAB (Man and Biosphere).

 

La leggenda inquietante del Ticino

Poco nota è la leggenda un po’ macabra che aleggia sulle acque del FiumeAzzurro.

La leggenda delle Vittime del Ticino risalirebbe addirittura ai tempi in cui i druidi celtici risiedevano lungo le sue rive e narra di uno strano patto voluto tra il maestro Druido e il dio del Fiume: ogni anno il Ticino avrebbe voluto un sacrificio umano, se questo non fosse stato compiuto dagli umani, ci avrebbe pensato il fiume stesso a prendersi le vite a lui promesse.

Così, fin che la religione pagana lo permise, ogni anno le popolazioni sacrificavano vite al fiume, che in cambio non distruggeva i loro villaggi.

Col tempo, terminata l’epoca in cui venivano riconosciute queste credenze, il fiume continuò a mietere vittime e a prendersi anime…ma qui entra in gioco l’irresponsabilità di alcuni nuotatori che purtroppo sottovalutano le acque fredde e le correnti pericolose del Ticino e a volte corrono seri rischi 🙁

Naturalmente questi episodi aiutano ad alimentare la leggenda ancora oggi…

 

La battaglia di Tornavento

Il borgo e la zona che lo circonda hanno un passato ricco di storia con testimonianze che sono arrivate fino a noi. Nell’ambito della Guerra dei Trent’Anni Tornavento è infatti noto anche per la sanguinosa battaglia del 22 giugno 1636 tra le truppe spagnole e l’esercito francese, alleato ai Piemontesi, che lasciò caduti sul campo duemila soldati.

Inoltre, per via della presenza del ponte in ferro sul Ticino, il paese ha subito pesanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, cui il ponte ha resistito miracolosamente. Questi attacchi lasciarono strascichi arrivati fino ad oggi: pensate che negli ultimi venti anni il paese è stato evacuato almeno tre volte per ritrovamenti di ordigni bellici lungo il fiume!

 

Il museo all’aperto e la brughiera

Grazie ad un fantastico lavoro di recupero svolto da volontari e storici locali, negli anni è nato un vero e proprio museo a cielo aperto, unico nel suo genere, ricco di cimeli e reperti della storia antica contadina e militare del luogo. Percorrendo la via principale e i sentieri laterali immersi nella natura, si fa un vero e proprio cammino nella storia *_*

Della Via Gaggio, in questa occasione ,noi abbiamo percorso solo un breve ma “intenso” tratto durante la passeggiata ad anello che parte dal borgo. Poi ci siamo ritornati per esplorare il cammino completo di cui vi racconterò la sua meraviglia in un blog post dedicato *_*

 

La passeggiata ad anello

Tra i tanti cammini che si possono intraprendere noi abbiamo scelto la passeggiata ad anello che dal piccolo borgo arriva all’ex – Dogana e poi di nuovo a Tornavento. Un bellissimo percorso adatto a tutti, tra acque naturali, canali artificiali e paesaggi stupendi *_*

Pronti? Andiamo 😉

Dal Belvedere di Tornavento scendiamo lungo il sentiero naturalistico, terminata la discesa e attraversato il piccolo ponte sul canale, incontriamo il pannello informativo dell’Anello Verde-Azzurro del Canale Villoresi, un percorso circolare ciclabile che è possibile percorrere per 130 Km.

Noi proseguiamo verso destra, costeggiando il canale da un lato e tenendo il fiume dall’altro, un po’ nascosto dalla boscaglia.

Percorrendo l’alzaia del canale leviamo gli occhi verso l’alto e vedo la lunga balaustra che racchiude Villa Parravicino che fa capolino dalle fronde delle piante del suo antico giardino.

E’ mattino, c’è poca gente e c’è quiete.

Arriviamo al ponte in ferro che scavalca il canale Villoresi che subì distruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale. Prima di attraversarlo ci fermiamo al punto panoramico dal quale si ammira una vista splendida della vallata, il mare verde della folta vegetazione fa scorgere il Ticino sotto di noi, con il Monte Rosa che svetta e ci scruta da lontano.

 

Sull’altra sponda del canale è stata murata una scheggia di bombardamento alleato avvenuto nel 1944 affinché non si dimentichino gli orrori della guerra.

C’è anche un magnifico esemplare di carriola (“carèta” in dialetto) utilizzata per realizzare gli scavi dei canali della valle.

Da qui inizia una vera immersione nel passato, lungo una sterrata lievemente in salita, costellata da reperti romani, medioevali e di epoca più recente, con anche testimonianze della fervente attività fluviale di un tempo, il tutto accompagnato da spiegazioni e didascalie.

Ogni pochi metri è stupore, è scoperta, è meraviglia *_*

C’è anche un campione di sassi quarzosi del fiume che, attraverso il Ticino e il Po, venivano trasportati fino a Murano e dove erano destinati a diventare i bellissimi vetri lavorati.

Proseguiamo il cammino lungo il percorso e troviamo i resti della Strada Nazionale del Porto, che conduceva a Milano con il relativo cippo che indicava l’antica via sul Ticino.

Lì vicino anche un’antica colonna da Rogazione con una croce in ferro,

Ma troviamo persino i resti di una tomba romana ritrovati nel 2001.

Troviamo anche testimonianze del fatto che qui tempo fa c’era un porto fluviale: i cippi per ancorare le barche!

Chissà com’erano quei tempi…io mi immagino i lavoratori, le zattere, le merci, i naviganti del fiume e il brulicare di attività…affascinante! *_*

E ancora un assortimento di laterizi romani e ceramiche rinvenuti qui, testimoni dell’operosità degli antenati lonatesi che risalgono al II o III secolo dopo Cristo.

E che dire dell’antico piano di strada romanica? Pazzesco direi!

In cima alla salita ci troviamo davanti all’exDogana Austroungarica da dove un tempo si dominava tutta la Valle del Ticino e oggi diventato centro polifunzionale del Parco.

Noi naturalmente entriamo a curiosare 🙂

 

Centro Parco ex Dogana Austroungarica

L’ex Dogana, costruita nel 1737, come testimonia una scritta ancora visibile sulla facciata, fu trasformata in cascina dalla famiglia Parravicino nella seconda metà dell’Ottocento e rimase in stato di abbandono dalla fine degli anni Sessanta fino al 1997, quando è stata acquistata dal Parco del Ticino e interamente ristrutturata.

Oggi è sede del centro accoglienza per i visitatori del Parco del Ticino, di un piccolo orto (l’OrTicino), di una bottega di prodotti tipici, di un ristorante che valorizza i prodotti a marchio Parco Ticino, di un info point, dove si possono trovare mappe, gadget e diverse pubblicazioni inerenti ai percorsi del Parco.

Qui si incrociano i principali percorsi ciclopedonali e naturalistici dell’area: le antiche via Gaggio e della Maggia, l’alzaia del Villoresi, la strada dell’antico porto di Lonate. Vie che un tempo furono fondamentali per la comunicazione, il trasporto e il commercio e che oggi, invece, regalano a chi lo desidera l’opportunità di una full immersion nella natura, nella storia e nel patrimonio culturale del territorio.

 

Il Centro Parco ospita anche un piccolo ed interessantissimo museo didattico. Nelle due sale, la Sala dei Sassi e la Sala dei Semi, pannelli e teche raccontano gli aspetti geologici e archeologici del territorio, l’importanza dell’acqua del Fiume Azzurro, la ricerca dell’oro nel fiume, i primi abitanti e la nascita dell’agricoltura nella Valle del Ticino.

C’è anche una sala per esposizioni temporanee dove abbiamo avuto la fortuna di vedere la stupenda mostra fotografica “Sulle Ali del Vento”.

Le foto esposte dei rapaci immortalati erano semplicemente splendide, scatti di quell’attimo perfetto in cui la natura si svela in tutta la sua bellezza! *_*

Dall’ex Dogana, imboccando il lungo viale alberato De Amicis, si torna al borgo di Tornavento.

 

Riemergiamo da questo tuffo in un passato, allo stesso tempo antico e recente, diamo un’ultima occhiata dal belvedere per abbracciare il panorama.

Sussurro tra me e me un arrivederci…♥️

Sì perché in zona c’è ancora tanto da esplorare e scoprire 😉

 

 

Spero che questa piccola chicca e l’escursione “dietro l’angolo” nelle mie zone vi siano piaciute 🙂

E se non siete lontani o vi capita di passare da queste parti una giretto qui è super consigliato!

 

 

 

 

 

 

Info pratiche

Dove: frazione del comune di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. è situata nella valle del Ticino a 170 metri sul livello del mare.

Come arrivare: Tornavento si raggiunge dall’autostrada A4 (per provenienze da Torino) o A8 (per chi arriva da Varese) quindi si prosegue sulla superstrada per l’aeroporto della Malpensa, uscendo a Oleggio. Si segue la SS 527 fino alla prima rotatoria, quindi si gira a destra proseguendo sulla SP 52. Pochi metri e si imbocca Via Carlo Goldoni, che termina in Piazza Parravicino.

Parcheggio: vicino al paesino c’è qualche parcheggio libero lungo la strada oppure potete provare al piccolo parcheggio uscendo da Tornavento. E’possibile parcheggiare anche vicino all’ex Dogana.

Nota bene: al Centro Parco Ex Dogana Austroungarica si svolgono solitamente manifestazioni culturali, workshop, laboratori, presentazioni di libri, visite guidate, camminate, biciclettate, proiezioni, conferenze, giochi, degustazioni ed eventi. Il museo ha ingresso gratuito nei gorni e negli orari previsti. Lo spazio esterno invece è sempre accessibile ed è attrezzato con un’area pic-nic e bagni pubblici.

Per maggiori info potete consultare il sito web www.exdogana.it

 

 

Se volete scoprire qualche curiosità in più sui Navigli le trovate qui 😉

MILANO: piccole curiosità sui NAVIGLI